22 ottobre 1984. Il Cibona Zagabria vince un'importante partita di campionato. Petrovic segna 40 punti tirando col 45% dal campo. La squadra festeggia, lui non è soddisfatto della sua partita e della sua percentuale al tiro. Ma quello è anche il giorno del suo 20esimo compleanno e suo fratello "Aza" organizza una serata a sorpresa, invitando alla festa anche tutti i compagni di squadra di Drazen. Verso mezzanotte, mentre tutti bevono, cantano e si divertono, si perdono le tracce di Drazen. Qualcuno lo cerca, ma il divertimento ha la meglio sulla preoccupazione sulla scomparsa di Drazen. Alle 5 del mattino la festa finisce e i giocatori escono dal locale, visibilmente stanchi ed ubriachi. Di fronte al locale, dalla parte opposta della strada, c'è un grande parco pubblico e un uomo incappucciato sta correndo ad un ritmo sostenuto. I giocatori iniziano a prendere in giro quel folle che corre al parco all'alba del mattino. Di lì a poco, dopo aver completato l'ennesimo giro del parco, l'uomo si toglie il cappuccio e saluta i giocatori.
È Drazen.
Nella partita successiva di campionato segnerà 57 punti. Chiuderà la terza stagione in maglia Cibona, a 20 anni appena, a 32.5 punti di media a partita. La stagione successiva la sua media punti salirà a 41.4, con 112 punti segnati in una partita, e quasi 34 punti di media in Coppa dei Campioni.
61 anni fa a Sebenico, in Croazia, nasceva uno dei più grandi geni nella storia del basket: Drazen Petrovic, il "Mozart dei canestri".