I RICORDI, LASSÙ, AD OROPA
Credere nei ricordi. Serve anche questo a una ciclista oppure ad un ciclista. Così Elisa Longo Borghini e le sue compagne, ieri, hanno parlato di quel che più di 26 anni fa, in una domenica di fine maggio, accadde ad Oropa. Un ragazzo venuto dal mare di Cesenatico, con la esse impastata romagnola, la pelata lucida e una bicicletta piccola, perché gli scalatori devono essere così, agili, fringuelli nel vento, aveva sconquassato le montagne dopo un salto di catena. Oropa oggi era diversa e il Santuario galleggiava nella nebbia. Tutti oggi siamo diversi, chi era bambino è adulto, chi era già adulto è più grande, forse più anziano, chi non c’era c’è. Ma i ricordi se ne fregano e restano pure se tutto cambia. Allora Elisa Longo Borghini, che si getta sulla ruota di Marlen Reusser quando mancano poco più di quattro chilometri al traguardo e che le scatta in faccia a poco più di tre all’arrivo, non è solo l’atleta più forte che vince il Trofeo Tessile e Moda, quassù. Che se fosse solo così ci sarebbe meno da raccontare, meno da gioire, meno da emozionarsi. Elisa Longo Borghini è una ciclista che ricorda. E anche se le strade vengono asfaltate, le scritte si cancellano, le case cambiano colore e in autunno la gente esce meno di casa, soprattutto in giornate così taglienti, beh anche se succede tutto questo nulla cambia. E vincere qui è bello. Vincere qui vale la fatica dell’ascesa, vale le ultime pedalate della stagione. Vale l’energia di quel cielo che non si vede ma, si sa, da queste parti è più vicino.
Foto: SprintCyclingAgency