La forza delle idee è più forte dell’odio e dell’invidia ( Matteo Renzi )

Roma, Lazio
Joined August 2019
Il mio leader..!..💙 #ItaliaViva #StatiUnitiDeuropa @matteorenzi 👇👇👇👇👇
Un regalo a tutti i miei amici renziani. @ItaliaViva ha solo un Leader: @matteorenzi e nessun altro! 🍀
3
20
67
lacky retweeted
4
7
lacky retweeted
Nel cuore dell'Africa il fantasma del Rwanda aleggia tra villaggi cristiani in fiamme e fosse comuni.
4
3
lacky retweeted
«Siamo stati massacrati sulla manovra» dice Giorgetti. E il Paese, quello vero, quello che fa la fila al supermercato con lo scontrino in mano e la rata del mutuo che balla in testa, si guarda intorno chiedendosi: ma chi, esattamente, è stato massacrato? Perché a forza di sentirsi vittime, i potenti di questo governo stanno trasformando il masochismo in ideologia. Quello che massacra gli italiani con la pressione fiscale più alta della storia d’Italia, si sente lui massacrato. Siamo alla follia contabile: il carnefice in crisi di empatia. Ogni volta che Meloni, Salvini e Tajani parlano di tasse, sembra di assistere a un film di fantascienza. Un mondo parallelo dove le imposte scendono, gli stipendi salgono e il cuneo fiscale scompare per magia. Peccato che, nel frattempo, sulla Terra, la pressione fiscale sia arrivata al 42,8%, cioè quasi metà di tutto ciò che gli italiani producono. Altro che “taglio”: è una spremuta. È la solita legge del melonismo reale: più il governo racconta la favola del “meno tasse per tutti”, più il prelievo sale. Si taglia da una parte, si aggiunge dall’altra. Si sbandiera il cuneo, si occultano accise, addizionali e balzelli vari. Il risultato finale è sempre lo stesso: chi lavora paga per chi urla. E poi c’è l’invisibile, il più elegante dei ladri: il fiscal drag. Gli stipendi nominali crescono, ma le aliquote restano ferme, e il cittadino finisce per pagare di più senza guadagnare di più. È la tassa che non si vota, non si annuncia, non si discute. Si insinua. Come l’umidità. Ma il capolavoro, come sempre, è politico: la premier dice che le tasse non le ha alzate. Vero. Le ha lasciate alzare agli altri, al tempo, all’inflazione, ai mutui, ai Comuni, ai benzinai. È la versione 4.0 del “non sono stata io”. Intanto, in un bar di provincia, un artigiano somma le bollette e sospira: “Massacrati, sì. Ma non sulla manovra. Dalla manovra”.
Non scriviamo fandonie: nel Senato delle regioni ci sarebbero stati degli eletti, ovvero presidenti di Regione e sindaci, non persone comprate.
No, avevamo capito benissimo. Il senato sarebbe stato eletto dalle regioni e dai sindaci. Una specie di commissione eu in cui persone elette che non danno conto a nessuno, votano a seconda di chi li compra.
1
4
15
⸻ I dati Istat sulla povertà alimentare raccontano un Paese che non ce la fa più: quasi un italiano su dieci non riesce a permettersi un pasto completo ogni due giorni. Tra gli under 35 è il 18%. Altro che “crescita”. Mentre il governo si vanta di tagli e bonus spot, anziani, giovani coppie e bambini fanno i conti con la fame. Non è statistica: è un fallimento morale e politico. Un Paese che lascia indietro chi non può mangiare carne o legumi ogni due giorni non ha bisogno di propaganda, ma di una scossa vera. Quando le mense si riempiono e i frigoriferi restano vuoti, la misura è colma.
2
6
12
lacky retweeted
Mentre Giorgia Meloni si diverte a sfottere gli scioperi e a recitare la parte della premier che “difende gli italiani dalle tasse”, il Paese vero fa la fila. Non per entrare a un concerto, ma per mangiare. In coda per un pacco di pasta, per una scatoletta, per un piatto di legumi. In coda per il cibo, non per la propaganda. Secondo l’Istat, quasi un italiano su dieci non riesce più a permettersi un pasto completo ogni due giorni. Tra gli under 35 la percentuale sale al 18%. È un dato che dovrebbe inchiodare alla vergogna chi governa, e invece viene seppellito sotto i post su “quanto siamo cresciuti” e “quante tasse abbiamo tagliato”. La povertà alimentare non è una statistica: è la misura più spietata del fallimento di un Paese. Quando milioni di persone non possono più mangiare carne o legumi ogni due giorni, non serve una manovra, serve una scossa morale. Ma la premier preferisce giocare alla retorica delle fiabe fiscali: “Abbiamo aumentato gli stipendi”, “Abbiamo difeso i lavoratori”. Peccato che la realtà dica altro: salari reali in caduta, carovita alle stelle, inflazione che morde, e famiglie costrette a scegliere se pagare la bolletta o riempire il frigorifero. Non è più la “povertà assoluta” dei manuali, è una precarietà che si allarga anche tra chi lavora. Persone che hanno un contratto, magari un mutuo, ma non arrivano alla fine del mese. Non mancano solo i soldi: manca la dignità di un lavoro che basti a vivere. Banco Alimentare e Caritas raccontano di un’Italia che si spezza in due: da un lato chi spende miliardi per bonus spot e selfie governativi, dall’altro chi chiede aiuto per mangiare. E quando le mense parrocchiali diventano così affollate vuol dire che la misura è colma.
lacky retweeted
Possibile che ognuno si senta in diritto di insinuare o disprezzare per sentito dire? IV HA LASCIATO LIBERTÀ DI SCELTA PER IL REFERENDUM. Eppure leggo ovunque che si da per scontato che abbia detto di votare no! L’ignoranza si supera con la conoscenza piped.video/R0aD_KrSXRY?si=HGh7…
3
6
15
I dati del Documento programmatico di finanza pubblica parlano chiaro: la pressione fiscale continua a crescere e i lavoratori dipendenti restano i più tartassati. Nonostante i proclami della Meloni, il Paese cresce poco, i salari restano bassi e l’inflazione erode il potere d’acquisto. È il risultato di una politica economica miope, che non taglia davvero le tasse sul lavoro e non sostiene la produttività. Serve una riforma fiscale seria, che premi chi lavora e chi investe, non un racconto propagandistico. Continuare a dire che “va tutto bene” mentre la pressione fiscale tocca il 42,8% del PIL significa prendere in giro gli italiani.
4
12
30
Il primo ministro slovacco Robert Fico ha dichiarato di essere contrario all'uso dei beni russi congelati per sostenere l'#Ucraina. Il funzionario russo Robert Fico deve tornarsene a #Mosca #Slovakia #Fico #Russia #RussiaIsATerroristState #SlavaUkraïni #UkraineNeverSurrenders
lacky retweeted
per chi continua a blaterare contro Renzi si ascolti questa intervista spiega chiaramente la posizione di IV su referendum e stato casa riformista. Inutile rispondere con frasette da asilo!! Matteo Renzi a Linkiesta Festival 2025 7/11/2025 piped.video/R0aD_KrSXRY?si=vSQ9… via @YouTube
1
7
12
PS: non vi innervosite 🥳 Chiaramente non è l’unico cialtrone in politica. Alla mia obiezione “non sa l’italiano” mi hanno sbattuto in faccia questa informazione.
4
4
40
Ho letto che Fico si è laureato in Scienze della comunicazione in soli 8 anni con una tesi sulla “canzone neomelodica napoletana”. È esattamente il profilo che mi aspetterei di trovare tra TOP del M5S.
Non chiamatela strategia bellica, chiamatela punizione criminale. Mentre il mondo osserva, i russi mirano intenzionalmente alle infrastrutture critiche, condannando intere città ucraine al gelo e ad un buio medievale. ​Questo non è solo un atto di guerra, è l'ultima spietata espressione di una logica fascista che disprezza la vita e cerca di spezzare lo spirito di una nazione sovrana. Un orrore che ci riporta ai capitoli più oscuri del Novecento, ma la storia non assolverà i responsabili e i loro complici prezzolati.🇺🇦
4
43
166
lacky retweeted
Caro Marco, in questi quasi 4 anni di guerra, come anche nel tuo editoriale di oggi, non hai mai smesso neanche per una volta di raccontarci l’avanzata russa metro per metro, chilometro per chilometro, casa per casa, ripetendo ogni volta l’inevitabilità di una sconfitta in una guerra che secondo te non sarebbe nemmeno mai scoppiata (“fake news”). Dalle colonne del tuo giornale e dalle trasmissioni compiacenti che ospitano la quotidiana opera di propaganda ci hai raccontato come le sanzioni non avessero alcuna speranza di funzionare, mentre i dati economici russi peggioravano a vista d’occhio e l’Europa si liberava con grande velocità dalla dipendenza dal gas russo. Non manchi mai di ricordare anche le responsabilità occidentali nel fallimento degli accordi di Istanbul del 2022, citando articoli che evidentemente non hai mai letto ed interviste che non hai ascoltato, perché sostengono l’esatto contrario di ciò che scrivi. E racconti a giorni alterni del “colpo di stato di Maidan”, definizione utilizzata solo da te e da un manipolo di dittatori assassini amici di quello del quale tu ti preoccupi di edulcorare i crimini. Senza contare che sarebbe l’unico colpo di stato della storia in cui chi secondo te avrebbe usurpato il potere non lo avrebbe fatto per tenerselo, ma per portare il paese a libere elezioni.  E potrei continuare con la scemenza della guerra per procura, così tanto voluta dall’Occidente, che USA e Gran Bretagna si erano offerte di esfiltrare Zelensky e ci hanno messo mesi per armarlo e anni per autorizzarlo a colpire in territorio russo. Ma anche l’allargamento della NATO, che nega senza vergogna all’Ucraina il diritto di scelta, e ancora le fantasiose stragi del Donbas, i nazisti ucraini e tutta l’antologia delle menzogne patologicamente sfornate dal regime fascista e mafioso di Mosca, che tu hai diligentemente ripetuto, arricchito ed argomentato, senza mai riuscire a dimostrare una sola riga di ciò che scrivevi. Nel tuo “sappiamo tutti come andrà a finire” di oggi c’è però qualcosa che travalica la tua ignobile ed incrollabile richiesta di resa dell’aggredito al suo aggressore, ed anche la consapevolezza che l’obiettivo di Putin è la cancellazione totale del paese del quale in ogni lingua da quasi vent’anni, nega il diritto all’esistenza. C’è il fermo e convinto sostegno all’idea che nel mondo debba prevalere la legge del più forte, che chi difende libertà, democrazia e il diritto dei popoli all’autodeterminarsi sia colpevole di non volere la “pace”, che a tuo avviso non serve che sia giusta. Il tuo sorrisetto beffardo si allarga cadavere dopo cadavere nella quotidiana carneficina di Pokrovsk e quasi non stai più nella pelle al pensiero che quel bastione di difesa ucraino crolli per mano di un paese invasore, criminale. Perché anche tu come Putin, hai bisogno di quella sconfitta perché il tuo schema Ponzi della menzogna continui a funzionare e tu possa continuare a camuffare i plateali fallimenti russi (ulteriore allargamento della NATO, conquista del solo 1% del territorio ucraino negli ultimi tre anni a fronte di oltre un milione di morti, economia in rovina, solo per citarne alcuni) e i tuoi con l’ennesima vittoria di Pirro. Leggo a questo proposito che sei già pronto a deridere chi minimizzerà l’eventuale caduta di Pokrovsk - che, per dirla tutta, tu davi per spacciata millemila giorni fa, inventando da subito accerchiamenti e straordinarie avanzate. Ma poi ti preoccupi di scrivere che Putin secondo te non ha fallito nel tentativo di prendersi tutto il paese, perché lui secondo te l’Ucraina non l’ha mai voluta conquistare. Magari speri che che nessuno si ricordi della “guerra dei tre giorni”, dei 60 km di carri armati fuori Kyiv, dell’appello ai militari ucraini perché tradissero il presidente o delle intercettazioni degli ufficiali russi che si erano già scelti la casa con vista sul Dnipro. Dicci un po’, tu che non minimizzi affatto, com’è la storia della volpe e l’uva?
lacky retweeted
Obiettivo raggiunto, finita in 4h10! Che bello! Ora mi riprendo e poi vi racconto le emozioni di oggi
Vi ricordiamo l’assemblea metropolitana di domani sera! Ci vediamo a Milano al CAM Garibaldi (Corso Garibaldi, 27) alle ore 20:45. Vi aspettiamo!
3
10
18
Gli alleati.
2
1
4
Vi ricordiamo l’appuntamento di domani con @ivanscalfarotto per @Linkiesta festival! 👉 registrati qui: eventbrite.com/e/biglietti-l…