Caro Marco, in questi quasi 4 anni di guerra, come anche nel tuo editoriale di oggi, non hai mai smesso neanche per una volta di raccontarci l’avanzata russa metro per metro, chilometro per chilometro, casa per casa, ripetendo ogni volta l’inevitabilità di una sconfitta in una guerra che secondo te non sarebbe nemmeno mai scoppiata (“fake news”).
Dalle colonne del tuo giornale e dalle trasmissioni compiacenti che ospitano la quotidiana opera di propaganda ci hai raccontato come le sanzioni non avessero alcuna speranza di funzionare, mentre i dati economici russi peggioravano a vista d’occhio e l’Europa si liberava con grande velocità dalla dipendenza dal gas russo.
Non manchi mai di ricordare anche le responsabilità occidentali nel fallimento degli accordi di Istanbul del 2022, citando articoli che evidentemente non hai mai letto ed interviste che non hai ascoltato, perché sostengono l’esatto contrario di ciò che scrivi. E racconti a giorni alterni del “colpo di stato di Maidan”, definizione utilizzata solo da te e da un manipolo di dittatori assassini amici di quello del quale tu ti preoccupi di edulcorare i crimini. Senza contare che sarebbe l’unico colpo di stato della storia in cui chi secondo te avrebbe usurpato il potere non lo avrebbe fatto per tenerselo, ma per portare il paese a libere elezioni.
E potrei continuare con la scemenza della guerra per procura, così tanto voluta dall’Occidente, che USA e Gran Bretagna si erano offerte di esfiltrare Zelensky e ci hanno messo mesi per armarlo e anni per autorizzarlo a colpire in territorio russo. Ma anche l’allargamento della NATO, che nega senza vergogna all’Ucraina il diritto di scelta, e ancora le fantasiose stragi del Donbas, i nazisti ucraini e tutta l’antologia delle menzogne patologicamente sfornate dal regime fascista e mafioso di Mosca, che tu hai diligentemente ripetuto, arricchito ed argomentato, senza mai riuscire a dimostrare una sola riga di ciò che scrivevi.
Nel tuo “sappiamo tutti come andrà a finire” di oggi c’è però qualcosa che travalica la tua ignobile ed incrollabile richiesta di resa dell’aggredito al suo aggressore, ed anche la consapevolezza che l’obiettivo di Putin è la cancellazione totale del paese del quale in ogni lingua da quasi vent’anni, nega il diritto all’esistenza. C’è il fermo e convinto sostegno all’idea che nel mondo debba prevalere la legge del più forte, che chi difende libertà, democrazia e il diritto dei popoli all’autodeterminarsi sia colpevole di non volere la “pace”, che a tuo avviso non serve che sia giusta.
Il tuo sorrisetto beffardo si allarga cadavere dopo cadavere nella quotidiana carneficina di Pokrovsk e quasi non stai più nella pelle al pensiero che quel bastione di difesa ucraino crolli per mano di un paese invasore, criminale. Perché anche tu come Putin, hai bisogno di quella sconfitta perché il tuo schema Ponzi della menzogna continui a funzionare e tu possa continuare a camuffare i plateali fallimenti russi (ulteriore allargamento della NATO, conquista del solo 1% del territorio ucraino negli ultimi tre anni a fronte di oltre un milione di morti, economia in rovina, solo per citarne alcuni) e i tuoi con l’ennesima vittoria di Pirro.
Leggo a questo proposito che sei già pronto a deridere chi minimizzerà l’eventuale caduta di Pokrovsk - che, per dirla tutta, tu davi per spacciata millemila giorni fa, inventando da subito accerchiamenti e straordinarie avanzate. Ma poi ti preoccupi di scrivere che Putin secondo te non ha fallito nel tentativo di prendersi tutto il paese, perché lui secondo te l’Ucraina non l’ha mai voluta conquistare. Magari speri che che nessuno si ricordi della “guerra dei tre giorni”, dei 60 km di carri armati fuori Kyiv, dell’appello ai militari ucraini perché tradissero il presidente o delle intercettazioni degli ufficiali russi che si erano già scelti la casa con vista sul Dnipro.
Dicci un po’, tu che non minimizzi affatto, com’è la storia della volpe e l’uva?