Chiara Saraceno, sociologa del lavoro sullo sciopero generale del 12 dicembre:
Critica Meloni e Salvini per l’ironia sul “weekend lungo”: parole “di cattivo gusto” e “irrispettose” verso chi sciopera, perché chi sciopera perde salario, a differenza dei parlamentari che lavorano solo dal martedì al giovedì senza riduzioni di stipendio.
Riconosce che lo sciopero generale può essere discusso come strumento, ma ritiene giusto protestare contro una manovra inefficace e diseguale.
Sulla “rottamazione” delle cartelle esattoriali
La considera una misura ingiusta e offensiva per i contribuenti onesti.
Sostiene che favorisce gli evasori e contraddice le promesse di “ultima rottamazione”, sempre disattese.
Sulle disuguaglianze e la manovra economica
Concorda con Banca d’Italia, Istat e Corte dei Conti: la manovra non riduce le disuguaglianze e il taglio dell’Irpef avvantaggia i redditi più alti.
I benefici per i lavoratori a basso reddito (20–30 € al mese) sono minimi e non incidono sulla vita reale.
Propone:
Indicizzare le soglie fiscali;
Introdurre un salario minimo;
Migliorare i servizi pubblici (sanità, welfare) per ridurre le spese a carico dei più poveri.
Sul nuovo Isee
Denuncia una disparità a favore dei proprietari di casa.
Gli affittuari, che sono i più esposti alla povertà, risultano penalizzati.
Propone di aumentare il peso dell’affitto nel calcolo Isee per maggiore equità.
Su crescita, spese pubbliche e priorità
Non contesta l’importanza dei “conti in ordine”, ma critica le scelte di spesa del governo:
Rottamazioni, bonus a pioggia e grandi opere (es. Ponte sullo Stretto) non generano crescita né riducono i divari.
Servizi, salari e investimenti sociali vengono invece trascurati.
Sulle misure per natalità e non autosufficienza: “belle parole ma nessuna risorsa concreta.
Per Saraceno, la manovra Meloni è iniqua, inefficace e sprecona: non sostiene la crescita né la coesione sociale, favorisce chi ha di più e lascia indietro i lavoratori e i più fragili.