DUE PAROLE SU QUESTO TITOLO.
Un solito, inutile, tentativo in 5 punti per evitare che il dibattito di questo paese diventi una barzelletta.
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PUNTO 1
In un sistema fiscale a scaglioni, quando si riducono le aliquote MATEMATICAMETE si ha sempre questo effetto. Perché il beneficio pieno lo prendono quelli che superano la soglia dello scaglione la cui aliquota viene tagliata.
Non a caso, il ritornello “si favoriscono i ricchi” è stato ripetuto OGNI volta che in questi anni ogni governo è intervenuto sull’Irpef. Anche se la realtà - come vedremo nel punto 5 - è totalmente diversa.
PUNTO 2
Per ridurre l’effetto di cui al punto 1, si potrebbe tagliare l’aliquota del primo scaglione.
Ma in Italia i 30 milioni di contribuenti del primo scaglione (quasi tre quarti di tutti i contribuenti Irpef), pagano in media meno di 100 euro al mese.
Quindi MATEMATICAMENTE ogni beneficio sarebbe estremamente ridotto.
PUNTO 3
I veri tartassati dal fisco italiano sono quelli che guadagnano più di 50.000 euro lordi l’anno (per capirci, circa 2.500 euro netti al mese).
Sono 3 milioni di persone (il 7% di tutti i contribuenti Irpef) ma sopportano il peso di quasi la metà dell’Irpef Italiana.
Siamo l’unico paese in cui l’aliquota massima (43% + le addizionali locali) scatta già a 50.000 e non al triplo o al quadruplo come accade in Germania, Gran Bretagna o Francia.
E così capite anche il motivo per cui il
@Partito_Libdem è contrario alla mossa del governo Meloni.
E cioè per il motivo esattamente opposto al titolo di Repubblica: per i “ricchi” (ammesso che riusciate a non ridere definendo “ricco” chi porta a casa 2.500 euro) fa TROPPO POCO, non troppo.
PUNTO 4
Il titolo di Repubblica è comunque basato su una colossale mistificazione.
E per capirlo basta citare la stessa audizione di ieri, dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, a pag. 39 :
“gli impiegati ottengono la quota più rilevante del beneficio (39,7%), seguiti dai pensionati (27,6%. Gli operai il 10,3%, i dirigenti il 5,5%•.
PUNTO 5
Sempre l’audizione dell’UPB - stavolta a pag. 68 - ci offre l’occasione di capire se tutti i lamenti annuali che abbiamo visto in questi anni ogni volta che un governo (di destra, di sinistra, tecnico) metteva mano all’Irpef sono giustificati o meno.
I risultati sono chiari: le riforme fatte in questi anni (dal 2021 a quella in discussione) hanno aumentato la redistribuzione fiscale a vantaggio dei redditi più bassi e hanno aumentato la progressività dell’Irpef.
Ma per qualche strano motivo queste cose Repubblica non le aveva lette.
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Infine una domanda per voi: che futuro ha un Paese in cui il dibattito pubblico si fa così?