L'autista del pullman non è un lavoro facile. Una patente speciale, una abilitazione ottenuta soltanto dopo un lungo corso, la responsabilità costante del destino dei passeggeri.
Un lavoro che in Italia, come per tante altre professioni, non è particolarmente ben retribuito, anzi. E quasi sempre prevede turni nei week end, spesso la domenica, spesso per portare dei tifosi alle partite in trasferta. Sveglia la mattina presto, rientro in piena notte. A volte anche all'alba. In questi casi, per fortuna, è previsto anche un secondo autista col quale darsi il cambio durante turni che a volte sfiorano le 24 ore.
Il traffico, le condizioni meteo e gli spericolati alla guida sono le tre variabili da cui dipende tutto.
Poi, però, accade che agli eventi sportivi, anche alle partite di basket, prendano parte categorie di esseri umani che di umano hanno ben poco. Tifosi? No, semplici e schifosi criminali.
Impossibile chiamare in altra maniera chi ieri sera, dopo la partita di A2 tra Rieti e Pistoia, ha deciso (forse programmato e premeditato) di farsi trovare fuori città per tendere un agguato al pullman dei tifosi pistoiesi che stava rientrando in Toscana.
Un fitto lancio di pietre e mattoni ha distrutto diversi vetri del mezzo.
Un mattone ha sfondato il parabrezza frontale sul lato opposto dell'autista, all'altezza del sedile riservato al secondo guidatore. Lì c'era Raffaele Marianella, 65 anni, un lavoratore che, come tutti i giorni della propria vita, stava pensando a quelle tre variabili dalle quali dipende la vita delle persone che trasporta: traffico, meteo, spericolati alla guida.
Raffaele è morto questa notte a causa di una quarta variabile, quella a cui nessuno pensa, quella in antitesi col concetto stesso della vita, quella che da sempre rovina lo sport ma soprattutto la nostra società: la follia dell'uomo.
Il basket oggi è sulle prime pagine di tutti i giornali per un omicidio. Raffaele non c'è più.
E se uno degli altri sassi che hanno sfondato le vetrate del pullman, avesse colpito e non fortunatamente soltanto sfiorato l'altro autista che in quel momento era alla guida, forse parleremmo di una strage.
È una delle pagine più nere nella storia del basket.
Rivolgiamo un pensiero alla famiglia di Raffaele.